La PAC (Politica Agricola Comune) è l’insieme delle norme dell’Unione europea indirizzate allo sviluppo di un settore agricolo uniforme in tutto il territorio comunitario. La PAC impegna ben il 34% del bilancio dell’Unione europea.
Con la nuova PAC l'agricoltore deve applicare in campo i concetti di sostenibilità.
Significa sostanzialmente quattro cose:
Con l'agricoltura sostenibile l'agricoltore:
Una percentuale dei nuovi pagamenti diretti viene concessa solo se l’agricoltore adotta alcune pratiche sostenibili inserite nella misura chiamata inverdimento o greening.
il greening è il cosiddetto “pagamento ecologico”, che comporta due obblighi per l’agricoltore:
Per le aziende agricole con una superficie a seminativo compresa tra 10 e 30 ettari, sono obbligatorie due colture.
Per le aziende agricole con una superficie a seminativo oltre i 30 ettari, sono obbligatorie tre colture.
La coltura che viene definita dall’agricoltore “principale” può occupare fino al 75% della superficie a seminativo.
Per le aziende con una superficie a seminativo superiore ai 15 ettari (escluse le aziende con colture permanenti e ai prati e pascoli), il 5% della superficie destinata a seminativo deve essere destinata a:
Il PSR (Programma di Sviluppo Rurale) è un programma settennale di finanziamenti europei che nasce dal Regolamento (UE) n.1305/2013. Il programma è ormai la più importante fonte di contributi e di sostegno per gli imprenditori agricoli e forestali.
Grazie al PSR gli imprenditori agricoli e forestali possono realizzare progetti e investimenti per il miglioramento delle proprie aziende e del settore agro-forestale.
La finalità del Programma è potenziare il settore agricolo e forestale perseguendo 3 Obiettivi trasversali [art. 4 Reg. (UE) n.1305/2013]:
• INNOVAZIONE
• AMBIENTE
• MITIGAZIONE E ADATTAMENTO CLIMATICO
Gli Obiettivi da perseguire con il sostegno allo sviluppo rurale si declinano in 6 Priorità d’azione per il PSR 2014 - 2020:
• formazione e innovazione;
• competitività e reddito;
• filiera agroalimentare e gestione del rischio;
• ecosistemi;
• uso efficiente risorse e cambiamenti climatici;
• sviluppo economico e sociale delle zone rurali.
Per operare correttamente nella realizzazione di un impianto tartufigeno occorre innanzitutto stabilire se il terreno è idoneo alla coltivazione di una o più specie di tartufo, mediante analisi geologica preliminare, possibilmente seguita da un sopralluogo. L’analisi geologica può essere fatta a tavolino e permette di escludere le aree non idonee alla coltivazione (suoli acidi, troppo compatti, vulcanici ecc.).
Come realizzare una tartufaia coltivata
La patologia vegetale, o fitopatologia, è la branca della botanica che studia le malattie provocate da agenti parassiti animali, vegetali, fungini, batterici, virali, viroidali, fitoplasmici e le alterazioni delle piante dovute ad agenti di inquinamento e fisiopatie causate da fattori climatici (clima) e/o meteorologici (meteorologia) e/o pedologici (pedologia) e/o nutrizionali.
Le avversità responsabili delle malattie delle piante appartengono a categorie diverse, potendo essere dei fattori naturali (abiotici) (temperatura, luce, umidità) non ottimali oppure da fattori biotici (competizione di organismi).
Venturia inaequalis
E' la più grave e diffusa avversità crittogamica del melo, in grado di causare danni rilevanti se non vengono attuate idonee misure di controllo. Sensibilità varietale e condizioni climatiche
sono i principali fattori da cui dipende l'incidenza e la gravità degli attacchi.
Sintomi
Possono manifestarsi su tutte le parti aeree della pianta: foglie, frutti, fiori e rametti. Sulle foglie le prime infezioni sono generalmente visibili sulla pagina superiore in forma di macchie
inizialmente decolorate, distribuite irregolarmente; in seguito queste lesioni assumono una colorazione più scura e contorni meglio definiti e sono osservabili anche sulla pagina inferiore.
Se c'è elevata umidità, i tessuti colpiti si ricoprono di fruttificazioni fungine che conferiscono alle lesioni un aspetto vellutato. Le foglie ticchiolate disseccano e cadono prematuramente,
lasciando le piante parzialmente spoglie.
Sui frutti l'infezione può aver luogo in qualsiasi stadio di sviluppo. Dapprima compaiono macchie puntiformi, bruno-olivastre, che si accrescono lentamente mantenendo una forma rotondeggiante e un aspetto vellutato in superficie. Attacchi precoci provocano malformazioni, atrofia dei tessuti colpiti e vistose deturpazioni dell'epidermide con macchie dall'aspetto rugginoso e spaccature superficiali. In questi casi si ha generalmente una cascola precoce, mentre infezioni tardive possono essere anche difficilmente rilevabili al momento della raccolta, salvo poi manifestarsi durante la conservazione con lesioni che deprezzano sensibilmente il prodotto. L'attacco sui fiori e sui rametti è in genere meno frequente: si manifesta sotto forma di lesioni brunastre a carico di petali, calice, peduncolo fiorale e, nel caso dei rami, dei tessuti ancora allo stato erbaceo.
Agente responsabile
Il fungo responsabile della ticchiolatura vive esclusivamente allo stato parassitario e compie il suo ciclo di sviluppo alternando una forma sessuata (Venturia inaequalis) ad una asessuata
(Spilocea pomi = Fusicladium dendriticum).
La prima si differenzia all'interno dei tessuti dell'ospite quando le condizioni ambientali diventano sfavorevoli e consente al patogeno di perpetuarsi durante i mesi invernali. E' caratterizzata
da pseudoteci globosi nei quali si formano aschi cilindrici contenenti ciascuno 8 ascospore di forma caratteristica.
La fase asessata o stadio conidico compare in primavera e ad essa è legata la diffusione nell'ambiente del fungo: le spore agamiche (conidi) si formano all'apice di rami conidiofori che erompono
dall'epidermide dei tessuti infetti della pianta.
Epidemiologia
Nelle condizioni climatiche dell'Abruzzo le infezioni primarie sono causate in primavera dalle ascospore di Venturia inaequalis che si liberano dai residui di foglie e frutti infetti caduti al
suolo durante l'autunno e l'inverno. Con le piogge primaverili, le ascospore fuoriescono dagli aschi e vengono trasportate dagli schizzi d'acqua e dalle correnti d'aria sui tessuti verdi
suscettibili di melo. Qui, se le condizioni climatiche sono favorevoli, iniziano a germinare penetrando per via cuticolare negli spazi intercellulari, dando origine, dopo un periodo di
incubazione variabile in funzione della temperatura, ai primi sintomi.
Dai centri di infezione si ha l'evasione del patogeno e la formazione dei conidi che daranno origine ad altre infezioni secondarie all'interno del frutteto.
Le foglie e i frutti infetti in autunno cadono a terra, costituendo un idoneo substrato per la formazione degli pseudoteci nella fase invernale. La conservazione del fungo da un anno all'altro
può avvenire, anche se più raramente, anche nei rami e nelle scaglie delle gemme, sotto forma di micelio ibernante.
Difesa
Le strategie di intervento per contenere l'avversità si sono via via affinate nel tempo, partendo all'inizio con trattamenti a calendario fino ad arrivare ai nostri giorni a trattamenti con turno
biologico, oppure con turno fisso o allungato in funzione dell'andamento climatico e della presenza della malattia come stabilito dai Disciplinari di Produzione Integrata.
I trattamenti prendono avvio alla ripresa vegetativa del melo nella fase fenologica di "punte verdi" e, se nel frutteto non vengono rilevati sintomi della malattia, si interrompono dopo la fase
di "frutto noce", quando i frutti non sono più suscettibili alle infezioni primarie.
Le strategie di difesa guidata individuano nella fase iniziale di infezione ascosporica la chiave per una razionalizzazione degli interventi chimici.
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